sabato 10 novembre 2007

concediti una pausa

Chiudere gli occhi, all’improvviso, senza pensare.
Chiudere gli occhi e smettere di fare, che so, i conti, che tanto non tornano mai.
Chiudere gli occhi e concedersi di rallentare. Lasciare che la mente torni indietro, ricercando attimi passati o che ancora devono arrivare; cercarli, in quelle zone della mente dove mai ci si permette di andare. Scovare una vita nascosta, custodita al riparo di quella che scorre ogni giorno sempre uguale..
E permettersi di emozionarsi, dare sfogo libero alle sensazioni,agli impulsi. Senza ordine, i pensieri entrano da quella porta, che hai aperto senza volerlo e le immagini si costruiscono da sole.
E allora chiudere gli occhi e risentire il suono di una risata, tanto forte e tanto lunga da sfinire il viso e le guance; chiudere gli occhi e farsi scivolare addosso l’acqua bollente della doccia, veder con soddisfazione la pelle arrossarsi sotto ogni goccia. Chiudere gli occhi e ripensare alle cose semplici che ti raddrizzano la giornata, o che la arricchiscono quando è nata già dritta.
Chiudere gli occhi e ricordare con sorpresa il sorriso di tutti gli amici, provare meraviglia scoprendo di conoscere alla perfezione ogni sfumatura, ogni inclinazione.
Chiudere gli occhi e leggere di nuovo l’espressione che puoi trovare solo nel viso di qualcuno che ami, mentre scarta il regalo che da tanto sperava di avere; chiudere gli occhi, guardare il sole sorgere.
Chiudere gli occhi e ritornare, nel sogno della notte prima,di cui ancora non ti sei riuscito a liberare.
Chiudere gli occhi e restare sdraiati a letto ad ascoltare la pioggia battere sui vetri; chiudere gli occhi e sorridere, sorridere senza motivo, soltanto perché la giornata è bella e pochi secondi prima un bambino ti ha sorriso, uno sconosciuto ti ha guardato.
Continuare a viaggiare, sulla strada dei ricordi e dei rimpianti, dei dolori e delle gioie, senza rinnegare niente, senza voltare la faccia. Neanche di fronte gli errori, alle ingiustizie, a quelle curve inaspettate che la vita fa senza avvisare, che d’improvviso ti scaraventano nel limbo dell’incertezza.
Chiudere gli occhi e concedersi di ritornare bambini, di fronte ad un bicchiere di latte, con le gambe sbucciate e le mani sporche;chiudere gli occhi e lasciare che le voci di persone amate ritornino a rincorrersi nelle stanze della mente, riempiendole di colore e luce.
Chiudere gli occhi e ripensare alla voce del mare, imprigionata nella conchiglia che è nella tua camera da una vita.
Chiudere gli occhi , sentir dentro una rabbia furiosa, per quella volta in cui le spiegazioni non sono bastate e tutto è finito in un soffio, senza che alcun tentativo servisse a qualcosa.
Chiudere gli occhi e permettersi altre mille cose, altre mille piccole fughe.
Nel bel mezzo di una giornata qualunque, uguale a tante altre, impedire agli occhi di vedere la realtà e lasciare alla mente la facoltà di vivere il sogno.

Listening to “Sono come tu mi vuoi” Irene Grandi

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